Chi è stato in Val Varaita avrà notato che i larici presenti dai Laghi Blu fino alla diga di Pontechianale appaiono secchi e ingialliti.
Il responsabile è una farfalla autoctona, la Tortrice del Larice (Zeiraphera griseana), che è diffusa ovunque ci sia il larice e convive normalmente con questo albero. Con cadenza circa decennale si verifica un’esplosione di popolazione che causa questo vistoso ingiallimento. Non è necessario intervenire, poiché i larici attaccati non muoiono, ma si riprendono a fine stagione.
Questa farfalla, non attacca in modo così vistoso altre specie di piante, non minaccia gli ecosistemi del Parco e non è urticante, né pericolosa per l'uomo o per gli animali.
Nonostante l’impatto visivo sia molto forte, perché l’intero versante appare secco, la situazione non risulta quindi preoccupante, poiché fa parte di un normale ciclo ecologico. Per qualche tempo ci priverà della vista di larici verdeggianti, in estate alcuni tronchi potrebbero essere coperti di “ragnatele” prodotte dai bruchi ed è verosimile aspettarsi un altro attacco nella prossima stagione. Al termine la popolazione di tortrice calerà bruscamente, consentendo ai larici di riprendersi e tornare pienamente in salute per i prossimi 10-20 anni.
Quello tra tortrice e larice è un esempio dei complessi equilibri che si instaurano in natura, spesso difficili da comprendere dal punto di vista umano: quello che in un primo momento sembra infatti solo un danno, risulta invece vantaggioso per entrambe le specie.
La larva della farfalla si nutre dei germogli degli aghi di larice, causando la perdita degli aghi e l’imbrunimento dei larici. I nuovi germogli saranno meno ricchi di sostanze nutritive per le larve, cosicché si assisterà ad un tracollo della popolazione di tortrice. Intanto, però, il diradamento delle chiome ha permesso che il terreno venga maggiormente riscaldato, favorendo il rilascio di sostanze nutritive che saranno riassorbite dal bosco negli anni successivi. Inoltre la grande quantità d'insetti fornisce notevoli quantitativi di deiezioni che fertilizzano il suolo. Questo permette ai boschi di larice di riprendersi autonomamente in seguito agli attacchi dovuti ai periodici attacchi della Tortrice.
Il Parco continuerà a monitorare la situazione ed a seguito delle segnalazioni pervenute da amministratori locali ed escursionisti, ha già effettuato i primi sopralluoghi, con il supporto di un entomologo, collaboratore del Servizio Fitosanitario della Regione allertato tempestivamente anche dal Settore Tecnico Regionale di Cuneo.