L’inaugurazione del nuovo tunnel pedonale, da tutti conosciuto come “Buco di Viso”, è stata occasione di festa per un numeroso gruppo di persone, salite fino a quasi 3.000 metri , in una bella giornata di inizio autunno, per testimoniare il proprio attaccamento alle nostre montagne, ma anche ai ricordi ed alle tradizioni che esse custodiscono. Non avendo potuto partecipare direttamente all’evento, mi preme far rilevare l’importanza ed il significato del lavoro svolto.
Il recupero di un’opera che ha segnato la storia del nostro territorio è frutto della sinergia tra la Regione Piemonte e l’Ente Parco del Po cuneese, che, nella fattispecie, ha dato dimostrazione di saper onorare il proprio ruolo di ente “strumentale” della Regione stessa, mettendo a frutto l’esperienza e la competenza del proprio Personale per rendere possibile un progetto che da molti anni stava fra gli obiettivi delle amministrazioni italiane e francesi
All’Ente Parco sono stati affidati i compiti della stazione appaltante e ciò ha comportato la responsabilità di coordinare le fasi di:
- definizione delle necessarie convenzioni, sia a livello regionale, che transfrontaliero;
- selezione per l’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione dei lavori;
- progettazione dell’intervento, in collaborazione con le strutture preposte di parte regionale italiana e di parte francese;
- ottenimento di tutte le autorizzazioni di legge, di parte italiana e di parte francese (queste ultime particolarmente difficili da ottenere);
- appalto e realizzazione dei lavori, tramite impresa specializzata, in grado di operare in tempi strettissimi ad alta quota;
- rendicontazione del progetto.
Il fatto che tutto ciò sia avvenuto nell’arco di un anno circa, con lavori che potevano essere eseguiti solo in un breve periodo, durante l’estate, costituisce un esempio di ottimo funzionamento della macchina amministrativa. E di questi tempi tali esempi sono sempre più rari, considerate le complicazioni di tipo burocratico, che normalmente rallentano o paralizzano l’attività della Pubblica Ammnistrazione.
Un merito particolare va riconosciuto al Personale dell’Ente Parco, che ha saputo far fruttare, tra l’altro, l’esperienza di cooperazione transfrontaliera con le amministrazioni francesi, in atto da oltre un decennio, caratterizzato da continuità di rapporti ed impegno comune rispetto a numerosi progetti, che hanno goduto di finanziamenti dell’Unione Europea.
Ritengo significativa la soddisfazione espressa mercoledì scorso proprio dai rappresentanti delle amministrazioni francesi , che hanno molto apprezzato l’esito finale dei lavori, sotto tutti i punti di vista, compresi quello paesaggistico e del rispetto del delicato ambiente della Riserva naturale integrale “Ristolas-Mont Viso”.
Val la pena di ricordare, in questa occasione, che proprio grazie alla collaborazione tra il Parco del Po cuneese ed il Parco naturale del Queyras, il territorio ha potuto beneficiare, con il P.I.T. “Monviso”,concluso lo scorso anno, di oltre dieci milioni di Euro per investimenti e che tra i risultati di questa collaborazione vi è il recente riconoscimento, nell’ambito del programma MaB (Man and the Biosphere) dell’UNESCO, della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso, una delle tredici aree MaB transfrontaliere nel mondo, la prima in Italia, la seconda in Francia.
Un’opportunità eccezionale per il territorio ed un impegno straordinario per l’Ente Parco che, al di là dei circa mille ettari di riserva naturale, rimasti dall’originario “Parco del Po cuneese”, si trova oggi a gestire il grande S.I.C. “Monviso-Alevé” (più di 7.000 ettari), i terreni di proprietà regionale della tenuta di Staffarda, oltre a numerose superfici di estensione minore, sparse nel “saluzzese”.
In qualità di Commissario straordinario, incaricato dalla Regione di gestire, per il Parco del Po cuneese, la fase di transizione verso il nuovo assetto amministrativo, auspico quindi che la Regione stessa tenga in debito conto la specificità degli impegni che questo Ente ha onorato fino ad oggi e che richiedono continuità di attenzione e di gestione e capacità di coordinamento non comuni.
Il Commissario straordinario
del Parco del Po cuneese
Silvano Dovetta
Foto: R. Ribetto - M. Grisoli