Un vantaggio per il territorio, per i suoi abitanti, per chi ci lavora e per chi lo visita. La candidatura al MaB Unesco dell’Area della biosfera del Monviso, promossa dal Parco del Po Cuneese, vuole essere un’opportunità per tutti. Proprio per questo, il CURSA, il Consorzio Universitario incaricato dal Parco alla predisposizione del dossier di candidatura, nei giorni scorsi ha organizzato tre giornate di confronto, tre “tavoli di lavoro” nella sala dell’ex refettorio di San Giovanni, nel centro storico di Saluzzo. Hanno partecipato amministratori, operatori turistici, ma anche cittadini e interessati.
Mercoledì 30 maggio la giornata è stata dedicata alle energie rinnovabili: idroelettrico, fotovoltaico e eolico. Giovedì l’attenzione si è spostata sul turismo sostenibile, che unisce al rispetto dell’ambiente la valorizzazione delle risorse locali. Venerdì si è parlato delle produzioni primarie: agricoltura, forestazione, allevamento e industria.
L’OPEN SPACE. Per affrontare ognuno degli argomenti, gli esperti del CURSA hanno proposto una tecnica innovativa, denominata “Open Space”, ideata per far sì che proprio dal territorio e dalla gente emergano le idee da analizzare. In che cosa consiste? Non c’è un’agenda di discussione precostituita, perché le idee non devono essere preconfezionate. L’Open Space è una metodologia utilizzata da anni, che si fonda su quattro semplici principi: chiunque partecipi al gruppo è la persona giusta, qualsiasi cosa succeda nel gruppo è l’unica che poteva succedere, la discussione comincia sempre nel momento giusto e quando la discussione è finita… è finita. In questa metodologia funziona anche la “legge dei due piedi”: chi non trova nulla di interessante, può uscire dal gruppo.
UN ESEMPIO: IL TAVOLOSUL TURISMO. Per tutte e tre le giornate, tutti i partecipanti ai tavoli dilavoro si sono distribuiti in gruppi minori, per sviluppare ciascuno un’ideadiversa. Ad esempio, prima di cominciare la discussione sul turismo, i partecipanti, che per assicurare una posizione paritaria sono sempre seduti in cerchio, hanno individuato alcuni temi centrali di discussione: la sensibilizzazione della popolazione residente, l’apertura internazionale, ’importanza della definizione di un’immagine identitaria del territorio, la collaborazione tra enti e associazioni. Poi si sono formati spontaneamente due gruppi di lavoro che, dopo un’ora di discussione, sono arrivati a trarre le conclusioni sugli interventi che sarebbe necessario promuovere per incentivare un turismo sostenibile e competitivo. In questo caso, la formazione degli operatori (e l’educazione all’accoglienza e al savoir faire, che dovrebbe cominciare già negli istituti alberghieri), la promozione di un’immagine riconoscibile con vocazione naturalistica e culturale e l’istituzione di una cabina di regia con competenze specifiche, capace di aggregare le informazionie di sfruttare e valorizzare quello che già è stato fatto per la promozione del il turismo territoriale. All’Open Space sul turismo ha partecipato anche William Casoni, Assessore Regionale ai Parchi: “Oltre a preparare il territorio e gli operatori, bisogna saper attrarre i turisti: l’identificazione del territorio con la candidatura Unesco va in questa direzione. La Regione sosterrà questa iniziativa anche a livello internazionale, per raggiungere il risultato previsto da questa ambiziosa sfida”.